Per chi non lo sapesse, dal 2015, sull’onda dell’esperienza comunitaria della capitale culturale europea (nomina istituita nel 1985), anche l’Italia designa, ogni anno, la sua capitale italiana della cultura.
L’idea, presa in prestito dall’Ue, è stata del Ministero della cultura (ovviamente!) e prevede una commissione di sette esperti – nominata dal dicastero stesso – chiamata ad esprimersi. Per l’esattezza, questa carica prestigiosa, che permette alla città vincitrice di mettere in mostra per dodici mesi il proprio patrimonio artistico, culturale e sociale, è merito del titolare del Mibact Dario Franceschini. L’iniziativa, tra i suoi tanti obiettivi, ha quello di valorizzare i beni culturali e paesaggistici e di “migliorare i servizi rivolti ai turisti.
Capitale italiana della cultura: i precedenti e le future contendenti
Nel 2015, primo anno di istituzione del titolo, ad aggiudicarselo sono state Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena. Nel 2016 è stata la volta di Mantova, seguita nel 2017 da Pistoia e nel 2018 da Palermo. Nel 2019 non c’è stata alcuna capitale italiana della cultura, perché Matera aveva vinto il riconoscimento come capitale europea della cultura (dopo Firenze nel 1986, Bologna nel 2000 e Genova nel 2004). Nel 2020 e 2021 ecco Parma e nel 2022 in corso Procida. L’anno venturo sarà la volta di Bergamo e Brescia, mentre nel 2024…chissà!
Ecco, tra le dieci città in lizza c’è anche la candidatura a braccetto di Paestum e dell’Alto Cilento, terra ricca di storia, fascino e bellezze naturali, archeologiche e architettoniche.
La proclamazione del vincitore è attesa per la metà di Marzo, da parte del Ministero della Cultura. L’Unione dei Comuni Paestum e Alto Cilento ha molto da dire a al proposito: staremo a vedere!